Faccio dunque sono o sono dunque faccio?
“Chi sono?” Risposta standard
Ciao a tutti! Mi chiamo Elisa, ho 30 anni e sono di Torino, anche se ho trascorso l’anno del COVID – 19 in Belgio, Paese in cui mi sono trasferita per motivi di lavoro. Cinque anni fa mi sono infatti laureata in Ingegneria Energetica e Nucleare al Politecnico di Torino e, da allora, lavoro in una famosa multinazionale del settore automotive.
Come vi presentate di solito voi, quando vi viene chiesto chi siete? Pensateci. Non iniziate forse anche voi a pronunciare questo lungo elenco composto da nome, età, lavoro svolto e città di residenza, emotivamente non molto diverso dalla lista della spesa e dal “come stai?” che prontamente segue il “Ciao!”?
Ma noi, chi siamo davvero? Ce lo siamo mai chiesti? E se sì, siamo riusciti a capirlo e ad accettarlo? Come dovremmo rispondere, dunque, alla domanda “chi sei?”.
NON C’E’ UNA RISPOSTA GIUSTA.
Sembrerà banale come affermazione, ma ciò che dobbiamo capire razionalmente e soprattutto percepire, apprendere e far nostro con ogni cellula del nostro corpo è che ognuno di noi è diverso dall’altro, profondamente. Per questo motivo alla domanda “Chi sei?” non dovremmo rispondere tutti allo stesso modo, recitando a memoria una filastrocca, perché l’infanzia l’abbiamo ormai superata da tempo e il castello di Marcondirondirondello non è più così tanto bello.
“Chi sono?” Risposta autentica
Ciao a tutti! Mi chiamo Elisa e mi definisco una ribelle determinata. Ribelle perché mi piace pensare che non esista un modo di comportarsi giusto in quanto standard, ma che ognuno di noi racchiuda in sé la propria verità. Il fatto che molti condividano un determinato pensiero riguardo ad un’abitudine, una situazione o un comportamento, non significa che l’oggetto di questa riflessione standardizzata debba per forza essere quello. Determinata perché ho una grande forza di volontà e raggiungo sempre gli obiettivi che mi sono prefissata nei tempi prestabiliti. Mi sono a lungo esercitata nell’estenuante sforzo di raggiungere nonostante tutto e tutti, compreso il mio vero sentire e il mio stesso benessere, gli obiettivi che mi ero prefissata, in modo quasi ossessivo e maniacale.
Ogni mia scelta è guidata dal desiderio incondizionato e illimitato di libertà e percepisco che qualcosa nella mia vita non sta andando per il verso giusto ogni qualvolta sviluppo la fastidiosa sensazione di sentirmi in gabbia; avete mai provato come si vive in compagnia dell’antitesi più totale del principio a voi più caro? Il desiderio di libertà è il mio motore (infatti piango ogni volta che ascolto le canzoni di Spirit!).
La necessità di libertà si concretizza nel viaggio: amo viaggiare da quando ne ho memoria, perché ciò mi permette di placare la mia sete di avventura, conoscenza e curiosità e di riuscire a vivere nel qui ed ora.
La mia storia
Dall’età di 16 anni ho iniziato a soffrire di frequenti attacchi di panico che hanno limitato il mio primo principio, quello di libertà, snaturandomi e facendomi odiare me stessa.
Dato che non ho mai voluto chiedere aiuto ad uno specialista, poiché troppo orgogliosa e testarda (ma voi non fatelo!), ho iniziato a leggere ed ascoltare tutto lo scibile umano riguardo a spiritualità, sciamanesimo, crescita personale, astrologia, filosofie orientali e chi più ne ha più ne metta. Mi ricordo ancora quando, all’età di 16 anni, mi sono ritrovata a ripetere mantra in un’erboristeria vicino a casa, cercando di soffocare le risate (ogni cosa a suo tempo!).
Prima ancora di domandarmi il famoso “Perché proprio a me?”, volevo a tutti i costi capire il PERCHE’ mi stesse succedendo tutto ciò.
Le domande che vi porrò sono dunque domande che per necessità di sopravvivenza hanno a lungo coabitato nella mia testa e che mi hanno aiutata a conoscermi.
Come vi ho già detto, in Cogito ergo Change ci soffermeremo sulle domande e non sulle risposte, dunque non vi svelerò le conclusioni a cui sono giunta 😉
Vi confido solo questo, dato che non sopporto i film che terminano con un finale aperto: all’età di 24 anni, imbevuta di spiritualià che manco Siddharta, le mie crisi sono terminate 🙂
La mia missione
Come forse avrete notato, in Cogito ergo Change utilizzo spesso la prima persona plurale per esprimere i concetti: perchè sono come voi, perchè sono una di voi.
Il mio obiettivo è quello di promuovere uno stile di vita basato sulla conoscenza e consapevolezza di sè, affinchè ciascuno di noi, me compresa, possa esprimere a pieno il proprio potenziale, diventando la migliore versione di se stesso.
Credo, infatti, che per vivere una vita appagante sia necessario dedicare una parte della giornata all’ascolto di noi stessi, delle nostre emozioni, dei nostri pensieri e dei nostri stati d’animo, affinché siano questi a rappresentare il motore delle nostre scelte e non i consigli dei parenti, degli amici o dei vicini di casa.
Sei curioso/a di sapere qualcosa in più sui miei viaggi?
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