Buongiorno o buonaseraaaa a seconda dell’ora in cui mi leggerete!
Sono emozionata.
Questo è il primo articolo della sezione “Change”, il primo articolo che racconta una storia diversa da quelle che ascoltiamo nei telegiornali, una storia di fiducia nata tra culture diverse, distanti, in mezzo al nulla del deserto.
Una mia storia.
Prima di iniziare faccio un bel respiro perché mi emoziona ripercorrere quello che è stato, le sensazioni di quell’incontro inaspettato e per questo ancora più piacevole.
Siete pronti?!
Iniziamo!
Fiuuuu
In queste giornate non facciamo altro che ascoltare notizie terrificanti inerenti inaccettabili femminicidi perpetrati da uomini vili che avevano giurato di proteggere la donna che amavano.
Ciò che probabilmente più ci spaventa è il fatto che se non possiamo fidarci di chi dice di amarci, della persona con cui viviamo, del padre dei nostri figli, di chi possiamo farlo?
Sono qui per ricordarvi e ricordarmi che gli uomini non sono solo questi e che, a volte, ci possiamo fidare anche di chi non conosciamo. I “white hearts” possono nascondersi laddove meno ce li aspettiamo 😉
Ormai 6 mesi fa sono partita per il viaggio che mi è stato regalato per il miei 30 anni alla volta del Marocco, meta che bramavo da tempo immemore, ovvero da quando, per strada, sempre più marocchini avevano iniziato a scambiarmi per una loro connazionale, generando in me un senso di appartenenza nei confronti di una nazione che avevo fino ad allora potuto ammirare solo sul planisfero.
Ciò ha destato in me un crescente desiderio di conoscere maggiormente questa cultura, andando oltre ciò che viene comunemente raccontato al bar, dal colleghi o dai vicini di casa, per guardare con i miei occhi e poter toccare con mano la realtà dei fatti.
14 Giugno 2023: partenza direzione Marrakech.
Lo zaino colmo, il cuore agitato (è stato il primo viaggio al di fuori dall’Europa!).
Dedicherò altri articoli al Marocco e, vedendo quanto mi sto dilungando, dividerò anche la narrazione di questa storia in due parti, perciò mi scuserete nell’assistere ad un brusco salto spazio temporale che ci porterà dritti dritti al 15 Giugno, nella località di Agafay.
E’ qui che è ambientata la nostra storia.
E’ qui che è avvenuto l’incontro con M., che lavora nella struttura presso cui io e il mio gruppo abbiamo soggiornato ad Agafay.
Il primo impatto è stato quello di un ragazzo sorridente e professionale che ci ha accolto versando con destrezza il tipico e buonissimo te marocchino a bordo piscina (sì, avevamo la piscina nel deserto, figata!) e ha cercato di farci sentire a casa mettendo a palla in cassa “L’Italiano” di Toto Cotugno.
TO BE CONTINUED…
Un abbraccio,
Elisa